FRANCESCA
Copyright Laura Mele
FRANCESCA
Francesca Manca nasce ad Arzana nell’Ottobre del 1911 ed è l’unica della sua famiglia ad aver raggiunto e superato i cent’anni d’età. Ha avuto 8 figli, 16 nipoti e 19 pronipoti. É rimasta vedova a 58 anni ed il marito era di Gairo.
Ha frequentato la scuola sino alla quarta elementare e si ricorda bene dei suoi maestri: Zerolama Meloni e quello “continentale” Giovanni Battista Zuccarei.
Ha iniziato a lavorare sin da piccola negli orti e nella vigna di famiglia situata vicino a "Bau e Nugi” e ricorda che a quei tempi, spesso durante il periodo di quaresima, i lavoratori ricevevano la seguente ricompensa : 3 fichi bianchi e un bicchiere di vino bianco.
Successivamente ha continuato a lavorare con la mamma che filava mentre Francesca tesseva usando il telaio con la sorella più grande. Ora, nel tempo libero si tiene occupata ricamando...ebbene si, ricama ancora anche se io stentavo a crederci...
Avete presente quella ventata d'aria fresca che vi scompiglia i capelli in una giornata primaverile? Ecco cosa è stata per me Lei! Una scoperta “sconvolgente”, di quelle che arrivano all’improvviso mentre sei intento a fare tutt'altro. È stato incredibile per me assistere al ricamo del chiacchierino; non so spiegarvi con quale velocità le sue dita accompagnavano il filo per realizzare i nodi, con quale precisione riusciva a infilarvi l’ago e con quale pazienza mi ha mostrato i vari passaggi. Un altro aspetto che mi ha lasciato sbigottita è la pelle del suo viso, liscia come la seta, non solcata da profonde rughe come noi tutti potremmo immaginare.
DI SEGUITO LA SUA INTERVISTA :
LA COLORAZIONE DELLA LANA
:<<Con mia mamma lavoravamo la lana: lei la "graminava" e poi la filava; dopo la coloravamo. Compravamo le tinte che Felicina Murredda portava da Cagliari. Il tutto si immergeva in acqua con il colorante in polvere e si metteva a bollire; poi si lasciava in ammollo e il giorno dopo si lavava per bene>>.
Il MANGIARE
:<<Mangiavamo i prodotti del nostro orto come patate e fagioli; mio padre era pastore e quindi anche la carne non mancava, così come il formaggio e spesso la ricotta>>.
GLI SPOSTAMENTI
:<<Io e mia sorella Rita ci spostavamo da una zona all’altra con un cavallo, diversamente faceva la nostra sorella più grande. A cavallo andavamo nei posti “buoni” come a "Santu Juvanni" e a "Sella- Eleci” mentre “a su logu malu non so mai abbarrada deo”>>.
FESTE AD ARZANA
:<<Le feste più sentite ad Arzana erano e sono ancora quella di San Vincenzo e di San martino. In quelle occasioni si facevano i balli che io andavo sempre a vedere con una cugina e vicina di casa di mamma: Tzia Maria Nieddu. A ballare non ho ballato mai però ricordo sopratutto gli spari continui per aria che caratterizzavano queste feste>>.
IL VESTIARIO
:<<Quando ero piccola mi ricordo che il vestito di tutti i giorni era composto da una camicia bianca ricamata, "su gippone" e “sa fardetta ” . Poi invece le donne che si sposavano indossavano lo scialle di seta>>.
LA BROCCA ROTTA
:<<Prima non esistevano i rubinetti e l’acqua per bere la prendevamo a “Suia" e altre volte vicino agli orti; però l’acqua più buona era quella di "Podda" perché era più limpida.
La trasportavamo con una brocca e mi ricordo di un episodio in particolare: una volta mentre rientravo a casa con la brocca in testa, mentre in piazza c’erano dei bambini che lanciavano le pietre, io avendo paura che mi potessero colpire mi scansai e la brocca cadde a terra con tutta l’acqua. Ero troppo preoccupata per la reazione di mia madre, ma lei, una volta arrivata a casa mi rassicurò dicendomi di non preoccuparmi perchè avrebbe comprato un’altra brocca da quelli che venivano in paese dalla Marina di Tortolì per venderle>>.
DURANTE LA GUERRA
:<<Ho vissuto il periodo della guerra e ricordo sopratutto quando è morto mio fratello Giovanni. In quel periodo abbiamo vissuto dalle cose che si coltivavano perché era tutto "razionato" e avevamo una tessera>>.
THIU IMPERA
:<<Thiu impera in realtà si chiamava Pietro Maria ed era il Commissario Prefettizio del paese. Non voleva essere chiamato per soprannome altrimenti minacciava di mandare al confine chi gli mancava di rispetto (i confinati erano quelli che per scontare una pena venivano mandati in posti lontani da casa a lavorare in cambio di pane e acqua). Stessa cosa erano soliti fare i parenti stretti che forti del potere dello zio minacciavano il confine pure loro>>.
IO NON HO SEGRETI
:<<Come si arriva alla mia età? Io non ho segreti, i segreti sono di Dio. Posso pensare che sia dipeso da ciò che mangiavamo che era ben diverso da quel che c’è oggi; infatti molte cose ora le compriamo, e chissà da dove vengono, mentre prima erano di nostra produzione. Mangiavamo di tutto, "roba" buona e cattiva; mangiavamo poche erbe selvatiche perchè a mio padre non piacevano, ma molto formaggio>>.
COSA È CAMBIATO RISPETTO AL PASSATO...
:<<A quei tempi il poco che c'era si divideva con le amiche e con le vicine. Io sono contenta sia della vita che ho vissuto tempo fa, sia quella di ora. Io sono contenta sempre! Non offendo nessuno e non mi offende nessuno. Non ho niente da dire di negativo però penso che prima c’era più sincerità di ora>>.
:<<Vuoi sentire la prima poesia che mi insegnò babbo?
S’ARRASTRU DE SU SANGUINI
Cammina Nostra Signora
Armus a Monsignore, Armus a giuà Maria
Una femmina in c’eir bittu?
Ca di nanta Peronia
Peronia d’anta a nae
A Peronia eir bittu passae
Deo ciai d’appo itta
Cun d’una rugi pesosa
Sa carena piedosa
De is spinasa coronau
Portando una lanciada
In su divinu costau .
Sa Maddalena cun su Santu anni
Nostra Signora ca mi servidi custu
A cini ada narri custu
Dogna cenarva in s’annu
Nd’ada a bogari un’anima de pena
E sa sua de Francu de peccau
A cini ada intendere
E non ada bollere imparari
Sa die e su giudithiu
Ciai d’ada a biri>>.
Alla fine della chiacchierata invitandomi il caffè e tramite questo dialogo:
figlia di Francesca :<<Ma ndi oles caffè?>>
Francesca :<<Amarraolla!>>
Ho scoperto il suo debole!